- Autore: Rosella Postorino
- Editore: Feltrinelli
- Lingua: Italiano
Trama
Rosa Sauer è una donna giovane e sposata con un uomo con il quale vorrebbe formare una famiglia ma la situazione storica nella quale vive non glielo permette. Durante la seconda guerra mondiale, Rosa viene assunta come assaggiatrice del cibo destinato a Hitler, il motivo per il quale venga scelta non le è chiaro ma non ha scelta. Rosa conosce altre donne con il suo stesso compito e mentre sono in mensa crea con loro legami di complicità. Tutt'altro legame è quello che si crea con l'SS Ziegler, dal quale Rosa si sente attratta mentre il marito è in guerra.
Con la Germania nazista come ambientazione, Rosa deve fare i conti con segreti e timori che non sa a chi rivelare.
Una nuova porta per entrare in una stanza già conosciuta
Io pensavo a Gregor, e mi toccavo la pancia, adesso che era piena e non c'era più nulla da fare. La mia battaglia con il veleno aveva una posta in gioco troppo alta perché le gambe non tremassero ogni volta che la sazietà abbassava le difese.
Averli raggirati mi faceva sentire indegna del loro affetto, anche se non rendeva meno autentico il mio. Che fosse possibile omettere parti della propria esistenza, che fosse così facile, mi ha sempre allibita; ma è solo ignorando la vita degli altri mentre scorre, è solo grazie a questa fisiologica carenza di informazioni, che possiamo non impazzire.
La protagonista non è però sola né isolata dal resto del mondo quando svolge il suo lavoro anzi, si trova a stringere amicizie e legami affettivi. Dalla collega un po' scontrosa ma leale ai suoceri con i quali vive Rosa, la protagonista, al soldato delle SS Ziegler, il lettore si addentra nella mente della protagonista che dubita del suo affetto per il marito lontano, della lealtà delle sue colleghe e prova rimosso per vivere con i genitori affettuosi dell'uomo che lei sta tradendo.
I campi di concentramento sono una realtà lontana da Rosa, seppure le si presenti la possibilità di conoscerne l'esistenza e ciò che vi avviene, lei evita l'argomento, come forse anche altri suoi pari che scherzano per strada sul nome di tali luoghi e su chi siano i prigionieri e perché.
Avrei potuto sapere in quel momento delle fosse comuni, degli ebrei che giacevano proni, attaccati l'uno all'altro, aspettando il colpo alla nuca, della terra gettata sulle schiene, e la cenere e l'ipoclorito di calcio, per non farli puzzare, del nuovo strato di ebrei che si adagiavano sui cadaveri, e offrivano la nuca a loro volta. Avrei potuto sapere dei bambini alzati per i capelli e fucilati, delle file lunghe un chilometro di ebrei e russi - sono asiatici, non sono come noi - pronti a cadere nelle fosse o a salire sui camion per essere gasati col monossido di carbonio. avrei potuto apprenderlo prima della fine della guerra. Avrei potuto chiedere. Ma avevo paura e non riuscivo a parlare e non volvo sapere.
Dopo la fine della guerra, non avrei potuto svelare che avevo lavorato per Hitler: ne avrei pagato le conseguenze, forse non sarei sopravvissuta. Non lo dissi nemmeno a Gregor, non percheè non mi fidassi di lui, certo che mi fidavo. Manon avrei potuto raccontargli della mensa di Krausendorf senza parlargli di chi aveva mangiato tutti i giorni con me, una ragazza con lacouperose, una donna con le spalle larghe e la lingua lunga, una che aveva abortito e un'altra che si credeva una maga, una ragazza fissata con le attrici del cinema, e un'ebrea.
Lettura consigliata a chi cerca un romanzo con l'ambientazione della Germania nazista, non pesante ma riflessivo.
-WaterMermaid